martedì 31 maggio 2011
Escherichia coli, come difendersi dal batterio killer
È un ospite infido e molto pericoloso il batterio chiamato Escherichia coli. Infido perché risiede nel nostro intestino (come anche in quello degli animali) senza farsi minimamente notare; pericoloso perché alcune sue varianti hanno assunto nel tempo la capacità di provocare infezioni e scatenare diarrea. Proprio per queste due caratteristiche, non va sottovalutato: il rischio di problemi seri per la salute è sempre in agguato. Soprattutto per i bambini, che vengono colpiti in forma molto più violenta e seria, rispetto agli adulti.
I danni che può causare
La forma di Escherichia coli che sta provocando vittime nel nord della Germania (individui che avevano mangiato verdure infette) non è così diffusa: poco in Europa, per niente in Italia. Produce una potente tossina che si sviluppa nell’intestino e da lì, tramite la mucosa intestinale, passa nel sangue e colpisce il rene, provocando una complicanza molto seria: la sindrome emolitico uremica. La conseguenza peggiore è l´insufficienza renale acuta che rende necessaria la dialisi.
Come si contrae l’infezione
Il batterio Escherichia coli si prende bevendo acqua o mangiando alimenti contaminati. Si tratta soprattutto della carne e del latte dei bovini: questi animali, portatori sani, disperdono il batterio nell’ambiente in cui vivono tramite le feci. Conseguenza: prati e acqua vengono infettati così come, di conseguenza, anche i vegetali.
I sintomi dell’infezione da Escherichia coli
Il primo segnale importante che un’infezione da Escherichia coli è in atto, è la diarrea, che entro brevissimo presenta tracce di sangue. A differenza delle coliti batteriche classiche, non dà febbre, ma ci sono comunque forti dolori addominali. L’unica soluzione è rivolgersi prima possibile a un medico.
Come si cura
Non esiste una terapia specifica: gli antibiotici usati per le normali gastroenteriti non servono, anzi in alcuni casi possono perfino peggiorare le cose. Si ricorre in genere a terapie di sostegno per reidratare l’organismo debilitato dalla perdita dei liquidi causata dalla diarrea e limitare il danno renale tramite dialisi.
Le regole per la prevenzione
L’unica arma di prevenzione è la massima igiene quotidiana, la stessa che si usa per difendersi da tutte le infezioni alimentari. In particolare:
I danni che può causare
La forma di Escherichia coli che sta provocando vittime nel nord della Germania (individui che avevano mangiato verdure infette) non è così diffusa: poco in Europa, per niente in Italia. Produce una potente tossina che si sviluppa nell’intestino e da lì, tramite la mucosa intestinale, passa nel sangue e colpisce il rene, provocando una complicanza molto seria: la sindrome emolitico uremica. La conseguenza peggiore è l´insufficienza renale acuta che rende necessaria la dialisi.
Come si contrae l’infezione
Il batterio Escherichia coli si prende bevendo acqua o mangiando alimenti contaminati. Si tratta soprattutto della carne e del latte dei bovini: questi animali, portatori sani, disperdono il batterio nell’ambiente in cui vivono tramite le feci. Conseguenza: prati e acqua vengono infettati così come, di conseguenza, anche i vegetali.
I sintomi dell’infezione da Escherichia coli
Il primo segnale importante che un’infezione da Escherichia coli è in atto, è la diarrea, che entro brevissimo presenta tracce di sangue. A differenza delle coliti batteriche classiche, non dà febbre, ma ci sono comunque forti dolori addominali. L’unica soluzione è rivolgersi prima possibile a un medico.
Come si cura
Non esiste una terapia specifica: gli antibiotici usati per le normali gastroenteriti non servono, anzi in alcuni casi possono perfino peggiorare le cose. Si ricorre in genere a terapie di sostegno per reidratare l’organismo debilitato dalla perdita dei liquidi causata dalla diarrea e limitare il danno renale tramite dialisi.
Le regole per la prevenzione
L’unica arma di prevenzione è la massima igiene quotidiana, la stessa che si usa per difendersi da tutte le infezioni alimentari. In particolare:
- Evitare di bere il latte non pastorizzato.
- Non mangiare carne troppo al sangue o comunque poco cotta.
- Lavare con molta cura frutta e verdura.
- Acquistare, per quanto possibile, prodotti "a chilometri zero", direttamente dai produttori agricoli: non dovendo percorrere lunghe distanze o subire intermediazioni, sono meno a rischio di contaminazioni.
lunedì 30 maggio 2011
Festeggia con Bonprix
Bonprix festeggia 25 anni dall apertura!
venerdì 27 maggio 2011
La tua bellezza dalla testa ai piedi!
La bellezza è frutto di una cura attenta e mirata alle particolari esigenze che ogni parte del tuo corpo richiede.
Proprio per questo, le diverse sezioni sono dedicate ciascuna ad un aspetto specifico: dai capelli ai piedi, una guida completa dedicata alla loro cura con informazioni, curiosità e approfondimenti.
Inoltre tanti consigli utili per risolvere alcuni dei più comuni problemi estetici e vivere il rapporto con il tuo corpo nel miglior modo possibile.
Le sezioni si concludono con la descrizione di alcuni rimedi naturali: l'utilizzo corretto di determinate piante, fiori, erbe e radici permette infatti di ottenere soluzioni estremamente efficaci e piacevoli da utilizzare.
Proprio per questo, le diverse sezioni sono dedicate ciascuna ad un aspetto specifico: dai capelli ai piedi, una guida completa dedicata alla loro cura con informazioni, curiosità e approfondimenti.
Inoltre tanti consigli utili per risolvere alcuni dei più comuni problemi estetici e vivere il rapporto con il tuo corpo nel miglior modo possibile.
Le sezioni si concludono con la descrizione di alcuni rimedi naturali: l'utilizzo corretto di determinate piante, fiori, erbe e radici permette infatti di ottenere soluzioni estremamente efficaci e piacevoli da utilizzare.
Estetica
Il tempo che possiamo dedicare alla cura del nostro corpo spesso si riduce in maniera drastica.
Proprio per questo, è importante sfruttare tutte le risorse e i rimedi che la natura e la scienza ci offrono.
L'estetica è sicuramente un'importante alleata della nostra bellezza!
Tanti problemi causati dallo stress e da abitudini di vita sbagliate possono essere combattuti efficacemente.
Centri del benessere, termali ed estetici sono veri templi dedicati alla cura e al benessere del nostro corpo, in grado di offrire dai trattamenti estetici più semplici a vere e proprie cure complete per aiutarci a ritrovare armonia ed equilibrio psico-fisico.
In questa sezione, una completa descrizione dei più comuni inestetismi, con informazioni sulla loro cura e in particolare sui più diffusi ed efficaci trattamenti estetici. Inoltre spazio ai centri di bellezza con informazioni e link con i migliori centri termali, estetici e del benessere.
Proprio per questo, è importante sfruttare tutte le risorse e i rimedi che la natura e la scienza ci offrono.
L'estetica è sicuramente un'importante alleata della nostra bellezza!
Tanti problemi causati dallo stress e da abitudini di vita sbagliate possono essere combattuti efficacemente.
Centri del benessere, termali ed estetici sono veri templi dedicati alla cura e al benessere del nostro corpo, in grado di offrire dai trattamenti estetici più semplici a vere e proprie cure complete per aiutarci a ritrovare armonia ed equilibrio psico-fisico.
In questa sezione, una completa descrizione dei più comuni inestetismi, con informazioni sulla loro cura e in particolare sui più diffusi ed efficaci trattamenti estetici. Inoltre spazio ai centri di bellezza con informazioni e link con i migliori centri termali, estetici e del benessere.
mercoledì 25 maggio 2011
venerdì 20 maggio 2011
Il sole è un amico della salute ma solo con le opportune protezioni
Il sole nemico della pelle? Se preso in modo sbagliato, senza le opportune protezioni che difendono dalle scottature, certamente sì perché la fa invecchiare precocemente e perché è una delle cause del melanoma; ma recenti studi scientifici ne parlano come di un alleato contro numerose altre patologie.
Anche l'oncologo dell'Ieo Alessandro Testori, pur mettendo in relazione le ripetute scottature solari in giovane età con lo sviluppo del melanoma negli adulti, tiene a sfatare una credenza di molti medici: "Stiamo studiando - dice - l' effetto benefico della vitamina D, e quindi del sole, nella prevenzione delle recidive di melanoma e altri tumori solidi". In conclusione, "da questi dati, che necessitano comunque di una più attenta valutazione e di una verifica in ulteriori studi clinici - conclude Plebani - emerge che la vitamina D ha una funzione molto importante.
In particolare, il suo ruolo positivo è accertato nella prevenzione dell' osteoporosi, nel carcinoma del colon retto e nelle coronaropatie. Necessita di ulteriori verifiche nelle malattie autoimmuni (diabete, sclerosi multipla) e in altre patologie neoplastiche".
Ne è convinto Mario Plebani, docente di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare all'Università di Padova, che ne mette in relazione i benefici con la vitamina D, che è sintetizzata nell'organismo proprio per azione della luce solare. "E' noto da tempo - dice Plebani - il ruolo della vitamina D nel mantenimento di una normale mineralizzazione ossea (previene l'osteoporosi). Ma basta pensare che il sole per fare la vitamina D utilizza il colesterolo riducendone la concentrazione, per comprenderne un primo effetto benefico contro un fattore di rischio per le malattie del cuore".
In particolare, alcune ricerche hanno dimostrato che i pazienti con carenza da vitamina D hanno una probabilità più elevata del 60% di sviluppare una patologia cardiovascolare, mentre uno studio sul personale militare in servizio nelle basi dell'esercito Usa ha dimostrato come nelle persone di ceppo caucasico il rischio di sclerosi multipla decresca all' aumentare dei livelli di vitamina D. E ancora: è stato anche dimostrato come un apporto aggiuntivo di vitamina D possa ridurre la probabilità di sviluppare il diabete di tipo 1.
Anche l'oncologo dell'Ieo Alessandro Testori, pur mettendo in relazione le ripetute scottature solari in giovane età con lo sviluppo del melanoma negli adulti, tiene a sfatare una credenza di molti medici: "Stiamo studiando - dice - l' effetto benefico della vitamina D, e quindi del sole, nella prevenzione delle recidive di melanoma e altri tumori solidi". In conclusione, "da questi dati, che necessitano comunque di una più attenta valutazione e di una verifica in ulteriori studi clinici - conclude Plebani - emerge che la vitamina D ha una funzione molto importante.
Contrordine: una colazione ricca non riduce la fame e non fa dimagrire
Se si è fatta un'abbondante colazione con la convinzione che questo servirà a mangiare meno a pranzo e a cena e una segreta quanto auspicata riduzione di peso, si è fuori strada. Mangiare molto al mattino non aiuta a dimagrire, anzi, chi lo fa non tiene conto dell'elevato apporto calorico assunto nelle prime ore del giorno e consuma pranzi e cene senza sacrificare nulla.
A sostenerlo è un studio tedesco che smentisce l'assunto di un effetto benefico sul peso ponderale che si otterrebbe facendo un'abbondante colazione. Volker Schusdziarra, della Technical University di Monaco è il primo autore della ricerca, pubblicata su Nutrition Journal, che sovverte le credenze in materia di primo pasto. Ha chiesto a 380 volontari (280 obesi e 100 normopeso) di tenere un diario dei pasti per due settimane.
Alla fine del periodo ha rilevato che chi aveva ecceduto a colazione non aveva affatto ridotto le calorie durante il giorno e, quindi, addio al calo di peso. "Una colazione abbondante di circa 400 calorie - ha affermato Schusdziarra - diventa un sovrappiù rispetto all'introito del resto della giornata. La comune credenza per cui chi mangia molto al mattino poi fa pasti ridotti si basa su calcoli artificiali e ha poca attinenza con la vita quotidiana delle persone".
Secondo Giorgio Calabrese che insegna Scienza degli alimenti all'università di Torino, lo studio è la conferma "della bontà della dieta mediterranea e del modello italiano di colazione, basato sui carboidrati e non su grassi e proteine alla maniera anglosassone - afferma Calabrese - . L'apporto di carboidrati limita il senso di fame perché tampona la produzione di insulina che resterebbe in eccesso nell'organismo con una colazione basata su alimenti ricchi di proteine, come bacon, prosciutto e uova"
Melone amico dell'abbronzatura e nemico stress
Combattere lo stress è possibile mangiando una bella fetta di melone. Frutto estivo per eccellenza, sinora noto soprattutto per l'alto contenuto di betacarotene "amico" dell' l'abbronzatura, ora si è scoperto infatti che può essere utile anche per superare le tensioni della vita quotidiana.
Lo evidenzia uno studio dell'Istituto nazionale francese per la ricerca agricola (Inra), secondo il quale un supplemento quotidiano di antiossidanti (tecnicamente superossido dismutasi enzimatici,Sod) come quelli contenuti nel melone può servire ad abbassare, nell'intestino, i livelli di proteine dello stress, quelle cioè che in caso di forti stimoli vengono prodotte grazie a un accelerazione del processo di riproduzione cellulare.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nutrition, è stato condotto su un gruppo di 36 maialini che sono stati tenuti a digiuno per due giorni e poi suddivisi in tre gruppi. I maialini sono stati nutriti con una dieta standard uguale per tutti per un periodo di tre settimane : due dei tre gruppi hanno avuto infine un'integrazione alla dieta composta da 12,5 o 50 UI/Kg di antiossidanti Sod con lo scopo di valutare eventuali modifiche dei livelli delle proteine dello stress nell'intestino degli animali.
I risultati delle analisi hanno mostrato che i livelli ematici di Sod aumentavano con dosi crescenti di melone. "Il tratto gastrointestinale rappresenta una barriera per impedire il passaggio di potenziali microrganismi nocivi o sostanze tossiche nella circolazione portale; quindi, la sua tutela nei confronti delle proteine dello stress è di estrema importanza per quanto riguarda l'esposizione permanente a tali aggressori", hanno spiegato i ricercatori dell'Inra.
Mangiare il melone, accompagnandolo magari a fette di prosciutto crudo, verdure, o ad altra frutta, da oggi può essere considerato non solo un piacere ma anche qualcosa che fa bene all'organismo: inserire la polpa del succoso frutto estivo nella propria alimentazione quotidiana oltre che a deliziare il palato e rinfrescarlo durante la stagione estiva serve anche a diminuire l'accumulo delle proteine dello stress nell'intestino.
Autotrapianto per ricostruire il seno dopo un tumore
Silicone addio, quella degli autotrapianti per ricostruire il seno dopo il tumore è una possibilità ancora poco nota, affermano gli esperti, ma che offre alle donne operate i risultati più naturali e senza le complicanze derivate dall'uso delle protesi. In pratica, si tratta di una ricostruzione del seno con il tessuto prelevato dal basso addome della stessa paziente.
Pioniere in questa nuova tecnica nota come "ricostruzione con lembo Diep", con 250 interventi di ricostruzione, è Fabio Santanelli, titolare della cattedra di chirurgia plastica della II facoltà di medicina e psicologia dell'Università la Sapienza di Roma: "Dall'avvio della Breast unit all'ospedale sant'Andrea di Roma nel marzo 2004 abbiamo avuto una costante crescita di richieste di questo intervento - afferma Santanelli, che per primo ha eseguito questa tecnica in Italia nel 1998 - completando già dal secondo anno la disponibilità data dall'ospedale di un intervento a settimana".
Ma di cosa si tratta? In pratica, spiega l'esperto, si effettua una “addominoplastica” ad uso della ricostruzione del seno: un lembo di tessuto cutaneo e grasso dell'addome viene cioè trasferito sul petto a ricomporre la mammella persa. Le ricostruzioni con tessuti autologhi, e in particolare tra questi quella con il lembo Diep, afferma Santanelli, "offrono la possibilità di riavere una coppa della mammella quanto più possibile simile a quella naturale, per consistenza al tatto, calore e comportamento in movimento. Addirittura il seno così ricostruito ingrassa e dimagrisce con il resto del corpo e affronta i normali processi dovuti al trascorrere del tempo, senza una marcata differenza con l'altro seno". Altro aspetto positivo della ricostruzione con lembo Diep è che nella grande maggioranza dei casi si può eseguire nello stesso momento operatorio dell'intervento di asportazione della mammella malata.
Il bisfenolo in plastica può compromettere la fertilità delle donne
L'esposizione al bisfenolo A (BPA), sostanza presente in molti imballaggi alimentari di plastica e latta, può compromettere la qualità degli ovuli femminili: a sostenerlo è uno studio pubblicato dall'University of California di San Francisco (UCSF) su Fertility and Sterility.
Dalla ricerca americana emerge che l'esposizione alla sostanza può compromettere la riuscita della fecondazione in vitro (IVF). Se i livelli ematici del BPA raddoppiano, spiegano gli studiosi, la percentuale di uova fecondate in vitro diminuisce del 50%. I livelli di BPA e dei tassi di fertilizzazione sono stati analizzati in 26 donne sottoposte a fecondazione in vitro tra il 2007 e il 2008 nel Centro dell'UCSF per la salute riproduttiva.
Le donne erano un sottogruppo di un più ampio studio volto a valutare l'effetto sulla salute riproduttiva dell'esposizione a metalli tossici come mercurio, cadmio e piombo. "Anche se i dati sono preliminari indicano l'effetto negativo del BPA sulla salute riproduttiva - spiega Victor Fujimoto, autore principale dello studio - e porta l'attenzione sul destinare maggiori finanziamenti per indagare ulteriormente perché tali contaminanti ambientali perturbino il potenziale di fertilità".
Un bicchiere di vino e alzarsi da tavola con un po' di fame salvano la bellezza
E' anti-aging alzarsi da tavola con un po' di appetito, magari dopo aver bevuto due bicchieri di vino rosso; il resveratrolo del vino da uve a bacca rossa e un menu a basse calorie attivano micronutrienti che hanno la funzione di aiutare la restrizione calorica, il meccanismo cioè di riduzione dei processi di decadimento. Lo ha detto l'esperto di nutrizione e aging, presidente dell'International Union of Biochemistry and molecolar biology e docente della Tufts Università di Boston, Angelo Azzi in occasione del Wellness Day.
Secondo il nutrizionista, una dieta ipocalorica e vino rosso in modica quantità hanno più potere salva-bellezza e salute dei tanto celebrati antiossidanti, perché questi vengono introdotti nell'organismo in quantità tali da non poter agire come antiossidante: nelle cellule intestinali cioè gli antiossidanti contenuti nei cibi vengono modificati e perdono la capacità di eliminare i famosi radicali liberi.
Degli antiossidanti più comuni ed abbondanti in natura (polifenoli, flavonoidi) "solo una piccola quantità può sfuggire a questa reazione, e, una volta assimilata, il potere antiossidante dell'organismo può aumentare all'incirca dell'1%" ha precisato il nutrizionista.
Tuttavia, il 'paradosso francese' (nonostante un elevato consumo di alimenti grassi i francesi avrebbero un basso rischio cardiovascolare grazie al consumo di vino rosso, ricco di resveratrolo, potente antiossidante), a giudizio di Azzi, "può essere salvato, a patto di cambiare prospettiva: gli antiossidanti esistono e sono potenziali protettori della nostra salute, nonché rallentatori dell'invecchiamento cellulare; la loro efficacia però non è dovuta, se non in minima parte, al loro potere antiossidante".
La vera cura disintossicante, secondo Azzi, "sarebbe mangiare poco uscendo dal ristorante soddisfatti, piccole quantità ma appaganti, dunque. Perché quando mangiamo poco attiviamo la restrizione calorica, e intelligentemente il nostro organismo, attraverso i micronutrienti, attiva gli antiossidanti endogeni”.
Ad esempio il resvleratrolo aiuta ad attivare la fagocitazione delle cellule danneggiate, processo che permette di eliminare i detriti cellulari che accumulandosi ci fanno invecchiare. In più l'alcol attiva il più potente antiossidante endogeno, l'acido urico.
Bisogna tuttavia fare attenzione alle quantità, perché un livello eccessivo di acido urico (oltre che di alcol) è dannoso per il nostro organismo. Quindi un bicchiere di vino rosso, così come la curcuma nella cucina orientale, fa bene alla salute, anche se non aumenta nel nostro corpo la presenza di antiossidanti.
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Creme viso, molte non proteggono dai raggi del sole
Le creme per il viso che promettono di proteggere dai raggi ultravioletti spesso non dicono totalmente il vero, finendo per illudere i consumatori su una protezione in realtà inesistente per quel che riguarda un certo tipo di raggi ultravioletti, gli UV-A, cioè proprio quelli che penetrano più in profondità nella cute distruggendo elastina e collagene, le proteine anti-rughe naturali.
Lo dimostra uno studio nel quale sono state analizzate 29 creme per il viso di vari marchi e prezzi, condotto da Steven Wang del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Secondo quanto riferito online sulla Reuters Health, gli esperti hanno cercato nell'etichetta degli ingredienti di ciascuna crema esaminata i normali ingredienti efficaci in modo specifico per schermare i raggi UV-A.
I risultati del lavoro, pubblicati sulla rivista Archives of Dermatology, mostrano che in molte delle creme esaminate tali ingredienti possono addirittura essere assenti o presenti in concentrazioni non sufficienti per risultare efficaci nella protezione.
La protezione contro i raggi UV-A è importante perché, a differenza dei raggi UV-B, gli UV-A sono presenti tutto l'anno e non sono schermati dai vetri come gli UV-B. Secondo gli esperti il criterio per scegliere la crema giusta a prova di UV-A è la presenza degli ingredienti protettivi, tra i quali ossido di zinco e un mix di avobenzone e octocrylene.
Pirlo in via Turati: "Qui per i saluti" Nesta e Inzaghi per un altro anno
MILANO, 18 maggio 2011 - Andrea Pirlo e il Milan si separano. Il centrocampista col contratto in scadenza il 30 giugno 2011, è stato intercettato da Sky Sport 24 all'ingresso della sede rossonera in via Turati 3 a Milano. "Sono qui per i saluti. Sono stati 10 anni indimenticabili quelli vissuti al Milan. E' stata una decisione consensuale. Non ho parlato con la Juve" ha detto il centrocampista, che proprio domani compie 32 anni. La Juventus avrebbe offerto a Pirlo un triennale.
nesta e inzaghi rinnovano — Alessandro Nesta e Flippo Inzaghi saranno nella rosa del Milan anche nel 2011-12. Il difensore 35enne e l'attaccante 37enne hanno firmato i rinnovi di contratto anche per la prossima stagione. Nesta, 35 anni compiuti lo scorso 19 marzo, è arrivato al Milan nel 2002 e in rossonero ha disputato in totale 296 partite, segnando 9 gol. Inzaghi, che il prossimo 9 agosto taglierà il traguardo dei 38 anni, è arrivato al Milan nell'estate 2011: in rossonero ha giocato in tutto 290 partite segnando 125 gol. I rinnovi del difensore e dell'attaccante campioni del Mondo nel 2006 seguono quelli di Mark Van Bommel e Flavio Roma, sempre fino al 30 giugno 2012, siglati ieri, e al prolungamento fino al 2016 del contratto di Thiago Silva, che proprio in coppia con Nesta ha reso la difesa del Milan la meno battuta della Serie A quest'anno. Il Milan ha ancora 4 giocatori in scadenza di contratto al 30 giugno 2011: Massimo Ambrosini, Clarence Seedorf, Marek Jankulovski e Nicola Legrottaglie.
Ecco taiwo — Intanto è iniziata l'avventura col Milan di Taye Taiwo, esterno sinistro difensivo che i rossoneri hanno prelevato dal Marsiglia. Il 26enne nigeriano, in Francia dal 2005, ha sostenuto le visite mediche: "Sono molto contento, per me è un onore giocare con la maglia del Milan - ha spiegato a Sky Sport -. Il mio giocatore preferito? Zlatan Ibrahimovic".
nesta e inzaghi rinnovano — Alessandro Nesta e Flippo Inzaghi saranno nella rosa del Milan anche nel 2011-12. Il difensore 35enne e l'attaccante 37enne hanno firmato i rinnovi di contratto anche per la prossima stagione. Nesta, 35 anni compiuti lo scorso 19 marzo, è arrivato al Milan nel 2002 e in rossonero ha disputato in totale 296 partite, segnando 9 gol. Inzaghi, che il prossimo 9 agosto taglierà il traguardo dei 38 anni, è arrivato al Milan nell'estate 2011: in rossonero ha giocato in tutto 290 partite segnando 125 gol. I rinnovi del difensore e dell'attaccante campioni del Mondo nel 2006 seguono quelli di Mark Van Bommel e Flavio Roma, sempre fino al 30 giugno 2012, siglati ieri, e al prolungamento fino al 2016 del contratto di Thiago Silva, che proprio in coppia con Nesta ha reso la difesa del Milan la meno battuta della Serie A quest'anno. Il Milan ha ancora 4 giocatori in scadenza di contratto al 30 giugno 2011: Massimo Ambrosini, Clarence Seedorf, Marek Jankulovski e Nicola Legrottaglie.
Ecco taiwo — Intanto è iniziata l'avventura col Milan di Taye Taiwo, esterno sinistro difensivo che i rossoneri hanno prelevato dal Marsiglia. Il 26enne nigeriano, in Francia dal 2005, ha sostenuto le visite mediche: "Sono molto contento, per me è un onore giocare con la maglia del Milan - ha spiegato a Sky Sport -. Il mio giocatore preferito? Zlatan Ibrahimovic".
Perchè si parla di Colesterolo buono e Colesterolo cattivo?
Si tratta di una semplificazione per indicare il complesso lipoproteico che contiene il colesterolo. Il colesterolo totale infatti non misura la semplice molecola lipidica di colesterolo, ma il composto che lo contiene.
- Le LDL, una classe di lipoproteine a bassa densità, rivestono il colesterolo diretto dal fegato ai diversi organi e tessuti; qualora il colesterolo non venga prelevato, le LDL restano nel circolo ematico e, soprattutto per ossidazione dei radicali liberi, possono subire delle alterazioni, alle quali segue spesso una reazione infiammatoria che è all’ origine della placca ateromatosa. Vengono denominate colesterolo cattivo.
- Le HDL, lipoproteine ad alta densità, rivestono il colesterolo che va dai tessuti al fegato, organo che lo metabolizza per smaltirlo, e sono indicate come colesterolo buono.
E’ quindi il rivestimento proteico che conferisce alle lipoproteine un significato protettivo o di rischio cardiovascolare.
Ma per capire meglio, facciamo un passo indietro e spieghiamo cosa sono le Lipoproteine.
Le lipoproteine, particelle microscopiche di forma sferica che circolano nel sangue, sono formate da grassi (colesterolo e trigliceridi) e proteine. Questi composti si possono suddividere in 5 grandi classi: CHILOMICRONI, VLDL, IDL, LDL, HDL, che ne riflettono la diversa composizione relativamente alla loro densità.
I grassi non si sciolgono nel sangue, perché questo è costituito per il 55% di acqua, e vengono quindi trasportati dalle “Lipoproteine”, che al pari di una calamita hanno una doppia polarità: all’esterno, si trova la loro parte che ha affinità con l’acqua (idrofila), e che permette al composto di restare disciolto nel sangue, mentre all’interno vi è la parte lipofila, che ha affinità per i grassi (colesterolo e trigliceridi).
Dimagrisci con la colazione a colori
Il primo pasto della giornata, oltre a regalarti buon umore ed energia può risvegliare il metabolismoAssociando i cinque colori dei vegetali: rosso, giallo-arancio, viola-blu, verde e bianco. Non solo aiutano i tessuti a tonificarsi e a proteggersi dall’azione del tempo, ma regalano un fisico asciutto e un incarnato luminoso, tanta vitalità ed energia da spendere durante la giornata. aiutandoti a dimagrire. Come?
Occorre innanzitutto tener presente che gli zuccheri costituiscono per l'uomo una riserva energetica ridotta. Essi infatti vengono immagazzinati sotto forma di glicogeno, che nell’adulto è pari a ca. 350-500 g. (ca 2000 Cal). Mentre un eccesso di zuccheri introdotto con la dieta viene trasformato in grasso, un digiuno di 24 h o un'intensa attività fisica possono determinare l'esaurimento delle riserve zuccherine. Gli zuccheri sono il carburante ideale per il nostro sistema nervoso, e quindi anche per il nostro cervello e per i muscoli, compreso il muscolo cardiaco, il cuore.
Di notte gli zuccheri vengono comunque utilizzati dall'organismo. Se a tutto ciò si aggiunge che la notte rappresenta, di norma, un momento di parziale digiuno per l'uomo, e che il modo migliore per alimentarsi dopo un digiuno è iniziando con degli zuccheri, appare chiaro quanto sia conveniente cibarsi di frutta a colazione.
Consumare frutta al mattino presenta ancora un altro vantaggio: il processo digestivo e assimilitavo degli zuccheri infatti avviene principalmente a livello intestinale. Gli zuccheri pertanto non amano sostare nello stomaco dove solitamente fermentano producendo il gas tipico del gonfiore gastrico e alcool, da cui la sonnolenza dopo i pasti. Il momento migliore per "nutrirsi di frutta" è quindi quando si è a stomaco vuoto. Grazie al suo apporto di vitamine, oligoelementi e di zuccheri, in particolare di fruttosio, che presenta un tempo di assimilazione fisiologico più breve rispetto agli zuccheri dei cereali raffinati, la frutta è il modo migliore per riattivarci e prepararci a una nuova giornata.
La frutta migliore da consumarsi al mattino è, come sempre, quella di stagione, magari locale, biologica, raccolta dall'albero al giusto punto di maturazione e consumata al più presto. Ciò impedisce la perdita degli oligoelementi vitali e riduce la presenza di inquinanti tossici. La frutta appena colta è da preferirisi ai centrifugati che comunque, se di frutta fresca, sono da prediligere rispetto ai normali succhi di frutta industriali. Melone a parte, frutto che se consumati singolarmente presenta massima facilità di digestione, il resto della frutta può essere utilmente variamente assunta a colazione, anche sotto forma di macedonie. Anche la frutta secca rappresenta un utile alimento mattutino, in particolare nei periodi freddi, dato che apporta molta energia e acidi grassi polinsaturi essenziali che migliorano il rapporto tra colesterolo "buono" o HDL e colesterolo "cattivo" o LDL, diminuendo il rischio di malattie cardiache e diabete.
Vuoi saperne di più sulle vitamine? Gli ortaggi multicolor dalle proprietà miracolose - Vitamine e Antiossidanti: muoiono con la cottura?
In più, fare una colazione equilibrata ed abbondante ti aiuta a fare piccoli spuntini durante la giornata e a mangiare di meno sia a pranzo che a cena. La fretta, soprattutto di mattina, è cattiva consigliera e non aiuta a rilassarti davanti ad una bella colazione. Prova a organizzarti meglio e a regalarti un po’ di tempo per coccolarti, facendo una colazione sana, equilibrata e abbondante.
Di notte gli zuccheri vengono comunque utilizzati dall'organismo. Se a tutto ciò si aggiunge che la notte rappresenta, di norma, un momento di parziale digiuno per l'uomo, e che il modo migliore per alimentarsi dopo un digiuno è iniziando con degli zuccheri, appare chiaro quanto sia conveniente cibarsi di frutta a colazione.
Consumare frutta al mattino presenta ancora un altro vantaggio: il processo digestivo e assimilitavo degli zuccheri infatti avviene principalmente a livello intestinale. Gli zuccheri pertanto non amano sostare nello stomaco dove solitamente fermentano producendo il gas tipico del gonfiore gastrico e alcool, da cui la sonnolenza dopo i pasti. Il momento migliore per "nutrirsi di frutta" è quindi quando si è a stomaco vuoto. Grazie al suo apporto di vitamine, oligoelementi e di zuccheri, in particolare di fruttosio, che presenta un tempo di assimilazione fisiologico più breve rispetto agli zuccheri dei cereali raffinati, la frutta è il modo migliore per riattivarci e prepararci a una nuova giornata.
La colazione che può darti energia, vitalità, benessere e farti dimagrire è un mix tra vari vegetali: puoi optare per l’arancio-giallo di carote, pesche, melone, il rosso di pomodori e lamponi, il viola blu di uva e frutti di bosco, il verde-bianco di zucchine, mele, sedano finocchi, cetrioli. Quello che conta è scegliere frutta e ortaggi colorati che ti forniscono i sali minerali, gli antiossidanti e le vitamine che occorrono per proteggere l’organismo e rivitalizzare il metabolismo.
In particolare, ricorda che il rosso-arancio ha spiccate proprietà antietà, contiene licopene (pomodori) che contrastano l’invecchiamento, mentre i pigmenti rossi proteggono cuore e arterie, preservando l’epidermide. Il rosso, inoltre, è un colore che stimola l’energia e la produzione di adrenalina e rende appetitosa ogni portata.
Il giallo-arancio è disintossicante, ha un’alta concentrazione di antiossidanti come il betacarotene che combattono i radicali liberi e aiutano la circolazione. In più, il giallo stimola il buon umore e aiuta fegato, stomaco e intestino.
Il verde, oltre ad avere una potente azione antiossidante, protegge la membrana delle cellule e ha un effetto antistress e idratante, porta serenità e tiene sotto controllo stress e appetito.
Il blu-viola ha effetti drenanti e contrasta la fragilità capillare. In più è un colore che rappresenta l’intelletto, la fedeltà e la costanza e il principio femminile. Purifica il sangue e calma ansia e nervosismo, mentre i cibi bianchi aiutano nella ritenzione idrica e hanno un effetto rivitalizzante.Il bianco, poi, depura e fluidifica il sangue e ha il potere di schiarire la mente.
Per fare una prima colazione con tutta calma, anticipa di almeno 20 minuti la sveglia. Prepara macedonie e centrifugati di frutta da consumare immediatamente per evitare la perdita dei nutrienti e delle vitamine, preferisci vegetali di provenienza biologica e personalizza la dieta, ripetendo 2 volte a settimana la colazione del colore preferito. A colazione puoi associare proteine ( bresaola), carboidrati (fette biscottate, pane integrale), con miele o marmellata, assieme alla frutta e bevendo prima di cominciare il pasto almeno due bicchieri di acqua oligominerale.
In tanti saltano la colazione, sia perchè non hanno fame al mattino, ma anche per problemi di digestione e di appesantimento; quali sono i consigli in questo caso?
Chi al mattino prova un senso di nausea e quindi fa fatica a fare colazione deve evidentemente correggere il suo modo di alimentarsi a cena e renderla più leggera e quindi più digeribile. Ciò consentirà sia di avere un sonno più profondo e quindi maggiormanete rigenerante, fattore di immensa importanza per la salute, sia di svegliarsi al mattino col giusto desiderio di dolce, e quindi di frutta, alimento che rappresenta gli zuccheri per eccellenza all'inteno di un pasto "principesco" quale deve essere la giusta colazione.
Combatti i trigliceridi con l'alimentazione
Hai i trigliceridi alti? Non sottovalutarli e cerca di mettere in discussione i tuoi stili di vita. I trigliceridi alti infatti devono essere combattuti principalmente con lo stile di vita e con l'alimentazione. Prima, però, meglio fare chiarezza.
Si parla spesso di trigliceridi e colesterolo, ma tu hai capito davvero di cosa stiamo parlando? Si tratta di una delle cause maggiori di malattie coronariche ed infarto. E' raro che i trigliceridi si alzino da soli: si accompagnano spesso ad alti livelli di colesterolo e al diabete. Solitamente dunque la persona che ha questi problemi è anche una persona in sovrappeso e presenta valori elevati di pressione arteriosa. Tutto ciò viene definito sindrome pluri-metabolica e, a lungo andare, potrebbe provocare problemi coronarici, infarti cardiaci ed arteriosclerosi. Ma per gli studiosi, nulla è invincibile.
Per combattere i trigliceridi dobbiamo cambiare il nostro stile di vita. Innanzitutto bisogna ridurre la quantità di cibo per intervenire sulle riserve energetiche. Poi occorre lavorare sul menù settimanale. In Italia si tende a mangiare tanta pasta, almeno una o due volte al giorno. La pasta, però, è costituita da zuccheri complessi che il nostro intestino digerisce molto lentamente: per questo sarebbe meglio sostituirla con zuccheri semplici come quelli contenuti nelle patate. Al contrario bisognerebbe incrementare l'assunzione di legumi e verdure. Anche se i legumi vengono assorbiti lentamente dall'intestino, contengono una fibra vegetale preziosa per regolarizzare la funzionalità dell'intestino.
Sfatiamo poi un altro mito: non è vero che la frutta fa sempre bene. Chi soffre di trigliceridemia infatti potrebbe essere particolarmente sensibile alla frutta molto zuccherina (banane, uva, mandarini, fichi…) e al fruttosio che in alcuni soggetti stimola la produzione di trigliceridi. Bisogna inoltre scartare i grassi solidi presenti in alcune carni (bistecche, maiale, salame, prosciutto). Questi grassi solidi sono anche detti saturi (grassi cattivi) e sono il fattore principale per la produzione di trigliceridi.
Bisogna aumentare l'uso del pesce e ridurre invece quello dell'alcol che è spesso legato ad un aumento di colesterolo nel sangue. Infine non dimentichiamo una sana attività fisica. Lo sport, l'aerobica e il regolare movimento fisico infatti aiutano a bruciare trigliceridi e a normalizzare la loro presenza nel sangue. Basta poco dunque per aiutare il nostro cuore: la soluzione è cambiare lo stile di vita!
Stevia: il dolcificante a zero calorie
La Stevia rebaudiana, comunemente conosciuta come stevia, è una pianta ad altissimo potere dolcificante. Le sue foglie hanno una capacità edulcorante nettamente superiore a quella dello zuccheroobesità. Sarebbero infine indicati nella produzione di dentifrici, in quanto non favoriscono la formazione di carie. e un potere calorico pari a zero. Inoltre, i dolcificanti derivati dalla stevia resistono alle alte temperature. Il potenziale di questa pianta è dunque elevatissimo; i glicosidi steviolici (i principi attivi della stevia) troverebbero, infatti, ampio impiego nell’industria dolciaria e, in particolare, negli alimenti a ridotto tenore calorico e nelle bevande light. Potrebbero inoltre essere utilizzati dai diabetici e dalle persone che soffrono di
Potrebbero, sarebbero … il condizionale è d’obbligo perché nella Comunità europea non è consentito l’utilizzo della stevia nell’industria alimentare.
Questa pianta è molto nota in alcuni Paesi del Sud America, dove viene coltivata, e dell’Asia; ma nella Comunità europea i suoi derivati sono ancora materia di studio e oggetto di discussione.
Ad aprile 2010, un gruppo di esperti dell’EFSA, l’ente europeo per la sicurezza alimentare, ha valutato come sicuro questo dolcificante e ha stabilito una dose massima giornaliera. Gli esami tossicologici effettuati dagli esperti dell’EFSA non hanno infatti evidenziato effetti genotossici, né cancerogeni e la dose giornaliera ammissibile è stata fissata a 4 mg/ kg di peso corporeo.
Nei primi mesi del 2011 è stata però effettuata una nuova valutazione e l’EFSA, pur continuando a ritenere sicuri questi prodotti a un dato dosaggio, ha riconsiderato l’esposizione ai glicosidi steviolici dei forti consumatori di bevande che ne contengono, con un occhio di riguardo soprattutto per i bambini di età compresa tra 1 e 14 anni.
Il dibattito è dunque ancora accesso.
Meteorismo e Abitudini alimentari
Certamente, per quanto riguarda il cibo, l’eccessivo consumo di:
- legumi (fagioli, lenticchie, piselli),
- alcuni tipi di verdure (cavoli, broccoli, cavolfiori e cipolle),
- alcuni tipi di frutta (castagne, fichi, prugne) soprattutto se consumata dopo i pasti,
- latte e latticini (ad eccezione dello yogurt),
- alcuni dolcificanti (sorbitolo e mannitolo),
- carni e formaggi, salse e fritti troppo ricchi di grassi.
Per quanto attiene lo stile di vita:
Come fare il pieno di antiossidanti
Una dieta perfetta non può dimenticare gli antiossidanti, fondamentali per combattere i radicali liberi e l'invecchiamento. Gli antiossidanti come sappiamo servono anche a prevenire numerose patologie dovute al processo di ossidazione delle cellule del corpo. Ecco perché molte donne stanno facendo sempre più attenzione ad incrementare l'assunzione di antiossidanti nella dieta quotidiana!
Se anche tu hai deciso di prevenire l'invecchiamento aumentando gli antiossidanti nella tua dieta, ecco alcune cose che dovresti sapere.
Mangiare frutta e verdura va benissimo, ma sappi che le vitamine muoiono ad alte temperature o all'aria aperta. Se ti capita di preparare una macedonia, cerca di non prepararne un vaso intero di modo che duri più a lungo. La macedonia di frutta è buonissima anche il giorno dopo se conservata con dello zucchero ed un liquore a scelta, tuttavia tieni sempre presente che nulla è più sano della frutta fresca di stagione appena tagliata!
Così anche quando vuoi bere una premuta d'arancia cerca di farla poco prima di consumarla, ne trarrai maggior beneficio. Quando invece vuoi gustare una macedonia prelibatissima, cerca di gustarla da sola senza aggiunta di panna, o creme al cioccolato ed altri prodotti industriali che servono ad alterarne il sapore. Infatti è assolutamente un controsenso assumere vitamine ed antiossidanti insieme a grassi idrogenati, quelli onnipresenti nei prodotti industriali.
Tra i succhi da scegliere opta per il succo di carota o il succo d'arancia rossa che sono i più ricchi in assoluto di vitamina A, C ed antiossidanti. A colazione i cereali integrali che fanno benissimo all'organismo: il trucco in più è aggiungere sempre una manciata di semi di girasole e di sesamo che sono ricchissimi di vitamina E, una vitamina che ha una funzione altamente antiossidante sull'organismo. Prepara poi una bella insalata di verdure crude e mangiane una porzione ogni giorno.
L'insalata va preparata con cipolle, carote, spinaci, broccoli e pomodori e condita con succo di limone. Anche uva e vino sono consigliatissimi: il vino rosso infatti contiene il resveratrolo, un potente antiossidante. Ne basta un bicchiere al giorno per sfruttarne le potenzialità.
Flavonoidi antociani: un miracolo per le donne
Cosa sono i flavonoidi antociani? Il nome è un pò strano eppure sono i flavonoidi che fanno più bene al corpo di una donna.
Questi flavonoidi sono responsabili del colore rosso violaceo nei frutti ed in particolar modo sono i flavonoidi principali dei frutti di bosco. Recenti studi hanno dimostrato che riescono anche a rallentare il rischio di malattie neurovegetative del 40%. Le malattie come il morbo di Parkinson, dunque, possono essere scongiurate almeno in parte seguendo una dieta semplice e golosa a base di frutti di bosco.
Sono questi i risultati che derivano da uno studio che ha esaminato ben 49.281 uomini e 80.336 donne, dimostrando che queste ultime rispondono maggiormente ai flavonoidi antociani contenuti nei frutti rossi, mentre gli uomini rispondono meglio a quelli contenuti in mele ed arance.
Durante questo accuratissimo monitoraggio i ricercatori hanno riscontrato lo sviluppo della malattia neurovegetativa in ben 805 pazienti. Tra questi il 20% che assumeva regolarmente flavonoidi presentava il 40% di rischio in meno di contrarre il Parkinson rispetto al 20% degli uomini che ne avevano assunta una quantità minore.
Lo studio non solo ci dice moltissimo sul rapporto che intercorre tra flavonoidi e malattie degenerative, ma serve anche a chiarirci quali tipi di flavonoidi sono maggiormente indicati per le donne e quali per gli uomini. L'unico punto in comune è che i flavonoidi sembrano avere effetti neuroprotettivi. Lo stesso Xiang Gao della Harvard School of Public Health di Boston, che ha guidato la ricerca, spiega che la scoperta è importante in quanto potrebbe rendere le antocianine delle terapie preventive naturali contro il morbo di Parkinson.
I benefici del latte vegetale
Latte animale o vegetale? Esistono moltissimi tipi di latte ma spesso ce ne dimentichiamo anche perché il più commercializzato è quello di vacca. Eppure ci sono molti tipi di latte che sono indicatissimi in alcuni casi specifici. Si tratta dei vari tipi di latte vegetale latte quello di soia, d'avena, riso, cocco. Scopriamone i benefici.
Certamente non ci verrebbe mai in mente la mattina di fare colazione con una sostanziosa tazza di latte d'avena o di cocco. Talvolta le abitudini e le tradizioni finiscono per forgiare la nostra cultura in modo errato. Il latte vegetale infatti comprende importantissime proprietà ed è prezioso per chi è allergico al lattosio.
Il latte vaccino è ricco di vitamine A e D, caseina e calcio e si propone certamente come un alimento fondamentale per la nostra dieta. Il latte vegetale invece contiene proteine vegetali ed è sicuramente più digeribile. Non contiene tutte le proprietà del latte vaccino, ma questo potrebbe costituire un vantaggio; infatti si consiglia sempre di abbinare il latte vegetale ad altri importanti alimenti come il tofu, legumi, verdure, frutta secca, uova.
Uno dei vantaggi del latte vegetale è quello di aiutare chi soffre di ipercolesterolemia. Molti prodotti realizzati con latte di soia infatti vengono proposti a chi ha valori elevati di colesterolo LDL. Importanti per questa efficacia sono il latte di soia e di avena.
Quello di mandorle invece è ricchissimo di vitamina E ed è ottimo per contrastare l'invecchiamento cellulare. Importantissimo per chi decida di introdurre questi tipi di latte nella propria dieta è guardare la garanzia di provenienza biologica perché spesso i cereali sono coltivati con molteplici quantità di pesticidi, fitofarmaci o OGM. Vediamo ora nel dettaglio le caratteristiche.
Latte di soia: contiene 2,3 gr di grassi contro i 3,6 del latte vaccino ogni 100gr. E' privo di colesterolo e ricco di Omega3, fibre, vitamine A, E, B e minerali tra cui il ferro contenuto in quantità doppie rispetto al latte di mucca.
Latte di mandorle: ha un sapore più gradevole rispetto al latte di soia ed è ricchissimo di vitamina E, antiossidanti, fibre e minerali.
Latte di riso: ha il vantaggio di contenere zuccheri semplici e facili da digerire ed utilizzare come energia. Contiene la maggiore quantità di carboidrati (10-12 gr ogni 100) ed è un valido aiuto per chi pratica sport. Contiene inoltre grassi polinsaturi, fibre, vitamina A, B, D, minerali. Bisogna però fare attenzione che si tratti di latte di riso puro al 100%.
Latte d'avena: è indicatissimo per chi soffre di arteriosclerosi perchè, come il latte di soia, riduce il colesterolo LDL. Inoltre contiene moltissimi grassi polinsaturi, fibre, acido folico e Vitamina E.
Latte di cocco: si può bere anche a colazione ed è indicato per ricette dolci e salate. Estratto dai cocchi maturi, ha proprietà dissetanti e rinfrescanti, contiene circa 230 kcal ogni 100 gr, è ricco di fosforo, potassio, vitamine del gruppo B e vitamina C, oltre a sali minerali e oligoelementi.
giovedì 19 maggio 2011
La Terapia del sorriso
Un vecchio detto dice “ridi che ti passa” e questa tradizione popolare trova fondamenti scientifici anche nella medicina.
Una ricerca condotta dalla Stanford University in California dimostra proprio come il buon umore riesca ad attivare delle reti neurali del cervello che sono direttamente coinvolte nel benessere psicofisico.
La risata non è solo un potente anti-stress, ma può anche equivalere a un momento di vera e propria ginnastica da fermi: la muscolatura, specie quella della zona toracica, si tende e si rilassa alternativamente, l’effetto immediato è per la respirazione, che si fa più profonda, facilitando un’iperventilazione polmonare e quindi una migliore ossigenazione del sangue.
La circolazione sanguigna migliora i livelli di colesterolo e soprattutto aumenta la produzione di adrenalina e dopamina, ormoni che regolano la produzione di endorfine ed encefaline che agiscono come analgesici e tranquillanti (da qui la terapia per contrastare il dolore e lo stress). Inoltre questi potenti ormoni sono in grado di migliorare anche le risposte del sistema immunitario, attivando l’azione di cellule immunitarie, soprattutto quelle che combattono il cancro.
Sentirsi allegri quindi aiuta: ne giova il nostro organismo, che a quanto pare reagisce meglio alle malattie, ma anche il nostro entusiasmo, motore principale di tutte le nostre attività, e soprattutto ne gode chi ci sta vicino.
Proprio da un recente sondaggio condotto su un campione di donne single, infatti, emerge chiaramente che l’uomo ideale è quello “capace di far ridere”. Il 99% delle donne intervistate ha dichiarato di desiderare il “fascino interiore” e di preferire uscire con un uomo divertente piuttosto che con un uomo fisicamente perfetto.
A questo punto in contrapposizione con il titolo di un celebre film possiamo affermare… “non ci resta che ridere!”
Addio stress, basta un massaggio energetico!
Oltre alla ormai sempre verde cura estetica del viso e della pelle, vengono spesso proposti dei trattamenti specifici che rientrano nel campo dell’orgonomia (scienza che studia l’energia cosmica che governa l’intero universo). Basta disporre di un massaggiatore specializzato nello studio energetico sia in ambito occidentale che orientale. Questa figura svolge un lavoro importante sui clienti del centro estetico: mescola le teorie di Levante e di Ponente: il metodo agisce sia a livello fisico che a livello spirituale, al fine di favorire un rilassamento del soggetto e una conseguente rigenerazione. Utile per risolvere stati di ansia, mal di testa e di schiena, insonnia, cattiva postura, il massaggio energetico agisce sui blocchi energetici allentando le tensioni muscolari. Sfruttando la forza nascosta nelle mani, l’esperto scioglie gli irrigidimenti attraverso movimenti prima più soffici e poi sempre più profondi arrivando a stiramenti e immobilizzazioni delle articolazioni. I trattamenti di Massaggio Energetico prevedono cicli che costano circa 80/100 euro a seconda delle necessità, e durano un’ora e mezza a seduta. In più, il cliente è invitato a svolgere a casa propria una serie di semplici esercizi per favorire un ulteriore miglioramento, soprattutto per quel che riguarda la postura del corpo.
Quando lo Stress diventa nocivo?
Lo stress è una reazione fisiologica che ci permette di affrontare e di adattarci alle numerose sollecitazioni e “aggressioni” quotidiane. Da notare il termine affrontare che evoca sicuramente un pensiero positivo; infatti lo stress di per sé non è cosa negativa, ma è un nostro normalissimo meccanismo di difesa che ci aiuta a superare momenti difficili vissuti da noi come momenti di pericolo.
Quand'è che lo stress diventa nocivo? Quando per una serie di ragioni, il nostro organismo non riesce a rallentare la tensione, anche quando il “pericolo” è passato.
Le ragioni possono essere tante ma tutte hanno una matrice comune, un disagio psico-emozionale. Molti ricercatori hanno anche visto che una condizione di stress negativo può anche derivare da un disturbo organico.
Vediamo come si manifesta una reazione normale di stress. Si hanno tre fasi:
- la fase di allarme in cui l'organismo si mobilita contro l'agente stressante, il corpo cioè si mette nella condizione di attaccare o di scappare. A livello fisiologico questa fase è caratterizzata da un accelerato battito cardiaco, dalla dilatazione delle pupille;
- la fase della resistenza un cui si ha l'attivazione dei meccanismi di difesa, cioè la pressione aumenta ed il sangue affluisce maggiormente verso gli organi essenziali come il cuore, i polmoni ed il fegato. Alcune zone del cervello vengono irrorate in modo minore e pertanto si ha una diminuzione della facoltà di giudizio ed infine viene sollecitato anche il sistema immunitario;
- la fase del rilascio durante la quale le secrezioni ormonali (serotonina, adrenalina, cortisolo ecc.) diminuiscono ed il corpo torna ad uno stato di rilassamento e le funzioni organiche riprendono il ritmo normale.
Lo stress negativo è definito un disturbo psicosomatico, cioè un disagio psico-emotivo che trova espressione in un disturbo fisico. L'apparato digerente è quello più colpito. Basti pensare a quanti casi di stitichezza possono essere determinati da alti stati di tensione: i movimenti peristaltici naturali dell'intestino vengono disturbati e ne conseguono contratture le cui cause sono proprio delle contrazioni emotive.
Molte situazioni oggettive possono causare stress, la vecchiaia ad esempio.
Nell'anziano il corpo subisce un decadimento spesso accompagnato ad un crescente senso di lasciarsi andare ed in questo momento delicato si acutizzano o meglio si somatizzano le condizioni difficili di vita. Pensiamo anche a tutti quelli che svolgono lavori pesanti o turni di lavoro massacranti che portano il corpo ad uno stato di sovraffaticamento tale da rendere la vita dolorosa in tutti i suoi aspetti.
Come si è detto prima i fattori scatenanti oggettivi tuttavia sono spesso minori rispetto a quelli soggettivi. Una persona non soddisfatta della propria esistenza o comunque che accusa disagi psicologici ed emotivi sarà sicuramente più soggetta a soffrire di stress. Per capire bene questa situazione basta pensare ad un elastico teso, stato in cui una persona inizialmente stressata si trova, se questo elastico viene teso ancora di più, cioè se non gli si dà la possibilità di ritirarsi, i casi sono due o rimane disteso perché ha perso l'elasticità oppure si rompe. Nel primo caso siamo di fronte ad uno stress prolungato, il caso della persona stressata cronica e nel secondo invece siamo di fronte ad un tracollo fisico e/o psichico che può sopraggiungere quando la persona non regge più.
Una delle condizioni che più inconsciamente ci minano è il senso di colpa. Questo modo di sentirsi lavora nell'inconscio creando dei disagi che spesso sfociano in contratture emotive, ed ormai è noto come il trattenere emozioni possa essere dannoso per il benessere della persona. Dialogo, ascolto, comprensione sono tutti elementi di cui ognuno di noi ha bisogno sempre... e se fossero questi principi ad essere un vero rimedio per lo stress?
Stress: quali disturbi causa?
Quali possono essere gli effetti dello stress sulla nostra salute? A questa domanda il lettore troverá la risposta che si propone di presentare i disturbi più comuni derivati da una reazione fisiologica eccessiva e/o prolungata nel tempo causata da un evento stressante.
Ogni qual volta una persona o non sa come affrontare o affronta con scarso successo uno o più eventi stressanti manifesta una coorte di sintomi fisiologici, come ad esempio sudorazione, respiro corto o irregolare, palpitazioni, tensioni muscolari, tensioni, mal di testa, disturbi gastrointestinali, caratterizzati da uno spiacevole stato di tensione protratto nel tempo, a volte fluttuante, che fa generalmente riferimento al concetto di ansia.
Ogni qual volta una persona o non sa come affrontare o affronta con scarso successo uno o più eventi stressanti manifesta una coorte di sintomi fisiologici, come ad esempio sudorazione, respiro corto o irregolare, palpitazioni, tensioni muscolari, tensioni, mal di testa, disturbi gastrointestinali, caratterizzati da uno spiacevole stato di tensione protratto nel tempo, a volte fluttuante, che fa generalmente riferimento al concetto di ansia.
Quasi tutte le psicopatologie considerano l'ansia come una loro caratteristica, trasversalmente presente, ma tra la categoria diagnostica denominata "disturbi d'ansia" si riscontrano, quali effetti di eventi stressogeni, il "disturbo di attacchi di panico" l'ansia sociale, le "fobie", quali condotte evitanti verso oggetti o situazion, "l'ansia generalizzata" (eccessive preoccupazioni per una pluralitá di eventi ed attivitá e conseguente difficoltá di controllare la preoccupazione, percezione di agitazione, irritabilitá, irrequietezza, difficoltá di concentrazione, stanchezza) ed il "disturbo ossessivo compulsivo" (idee ricorrenti e persistenti, sotto forma di pensieri ed immagini, percepite come intrusive ed incontrollabili - ossessioni - che causano ansia o disagio marcati; esse si connettono funzionalmente ad azioni ripetitive di tipo ritualistico o di controllo, eseguite sotto l'influsso di un impulso irresistibile nel tentativo di attenuare i sintomi d'ansia prodotti dalle ossessioni e dalle compulsioni).
La persona sofferente di una sintomatologia che da acuta si cronicizza cerca di porre in essere una serie di comportamenti atti a disattivare l'ansia cronica quali la fuga o l'evitamento degli eventi temuti, lo sviluppo di aggressivitá (di autodifesa, predatoria o sessuale) direttamente verso le persone o scaricata sulle cose, l'assunzione di sostanze tossiche apparentemente innocue come psicofarmaci, alcol, nicotina, caffeina oppure anche l'utilizzo strumentale della sintomatologia da distress per ottenere vantaggi altrimenti difficilmente ottenibili. Tali comportamenti, comunque disadattivi, se immediatamente possono anche essere utili nell'affrontamento di una situazione complessa, ripetuti nel tempo possono risultare fallimentari dando origine a numerose patologie del comportamento come i tics, i rituali, i pensieri e le immagini intrusive, le fobie, vari disturbi di personalitá, disturbi del controllo degli impulsi, come ad esempio il gioco d'azzardo patologico, la tricotillomania (strappamento ricorrente di capelli o peli) o il sesso irresponsabile oppure anche un maladattivo utilizzo di internet, l'abuso e la dipendenza da sostanze ed i "disturbi dell'alimentazione".
Altro e più immediato esito nocivo è la formazione di disturbi così detti psicosomatici per l'attivazione costante di tessuti, organi e apparati a logoramento chimico e meccanico.
La persona sofferente di una sintomatologia che da acuta si cronicizza cerca di porre in essere una serie di comportamenti atti a disattivare l'ansia cronica quali la fuga o l'evitamento degli eventi temuti, lo sviluppo di aggressivitá (di autodifesa, predatoria o sessuale) direttamente verso le persone o scaricata sulle cose, l'assunzione di sostanze tossiche apparentemente innocue come psicofarmaci, alcol, nicotina, caffeina oppure anche l'utilizzo strumentale della sintomatologia da distress per ottenere vantaggi altrimenti difficilmente ottenibili. Tali comportamenti, comunque disadattivi, se immediatamente possono anche essere utili nell'affrontamento di una situazione complessa, ripetuti nel tempo possono risultare fallimentari dando origine a numerose patologie del comportamento come i tics, i rituali, i pensieri e le immagini intrusive, le fobie, vari disturbi di personalitá, disturbi del controllo degli impulsi, come ad esempio il gioco d'azzardo patologico, la tricotillomania (strappamento ricorrente di capelli o peli) o il sesso irresponsabile oppure anche un maladattivo utilizzo di internet, l'abuso e la dipendenza da sostanze ed i "disturbi dell'alimentazione".
Altro e più immediato esito nocivo è la formazione di disturbi così detti psicosomatici per l'attivazione costante di tessuti, organi e apparati a logoramento chimico e meccanico.
Tali disturbi vengono, con maggior precisione scientifica, chiamati dai clinici "somatoformi", una classificazione dove sono presenti sintomi che fanno pensare ad una condizione medica generale, ma invece non paiono giustificati da una accertata causa organica. Questa particolare sintomatologia non organica, ma funzionale, colpisce solitamente l'apparato più vulnerabile della persona che subendo distress viene logorato per durata, intensitá e frequenza.
Le aree di norma interessate sono quella dermatologica dove riscontriamo le più comuni affezioni della pelle, dalla più diffusa dermatite seborroica, all'antiestetico herpes, alle verruche, al fastidioso prurito psicogeno, solitamente anale e vulvare, a certe forme di orticaria, all'iperidrosi funzionale, fino alla tanto detestata psoriasi; l'area cardiorespiratoria dove le sintomatologie più diffuse sono l'ipertensione essenziale, l'angina pectoris, l'iperventilazione e l'asma. Altro apparato coinvolto è quello gastrointestinale le cui sindromi più riscontrate sono il colon irritabile, la dispepsia (cattiva digestione) funzionale, la diarrea, la stipsi, il meteorismo, gastriti senza causa organica ed "ulcere da stress"(gastriche, duodenali ed esofagee) dovute all'aumento della secrezione acida e diminuzione di motilitá e della produzione di muco gastroprotettivo per eccessiva attivazione dell'asse ipofisi - surrene. Inoltre vi può essere l'interessamento dell'apparato genitourinario i cui disturbi somatico funzionali riguardano in particolare il dolore pelvico, l'esacerbazione dei disturbi mestruali e, sessualmente, vari casi di disfunzione erettile (giá impotenza funzionale), disorgasmia (difficoltá a raggiungere l'orgasmo) e basso desiderio sessuale. Altri disturbi funzionali sono gli acufeni (ronzii o sibili auricolari originati da elevato livello d'ansia) alcune forme di cefalea, la "fibromialgìa da stress" e alcuni disturbi del sonno. Infine il più tristemente noto tra i disturbi cardiovascolari conseguenti a distress è l'infarto.
In psicopatologia si diagnostica un "disturbo acuto da stress" quando la persona sia stata esposta ad un fattore stressante estremo come ad esempio eventi minaccianti l'integritá fisica personale, o di altre persone con cui si è in stretta relazione, tipo morte, lesioni o altro danno e l'abbia vissuto imponentemente. Esempi di tali fattori possono essere, tanto per citarne qualcuno, i disastri naturali, gravi incidenti automobilistici, l'esperienza carceraria, una rapina, un rapimento, violenza sessuale, morte e malattia grave. I sintomi presenti durante l'evento durano almeno due giorni e permangono al massimo per un mese dall'esposizione all'evento traumatico. Inoltre l'evento viene persistemente rivissuto e vengono evitati stimoli associati al trauma. Se i sintomi durano più di un mese allora può essere presa in considerazione la diagnosi di "disturbo post traumatico da stress". Nel caso invece in cui l'episodio stressante non sia stato particolarmente grave oppure nel caso in cui pur essendo stato minaccioso per la vita i sintomi non sono particolarmente gravi e durano al massimo sei mesi dall'evento si diagnostica un "disturbo dell'adattamento".
Inoltre eventi stressanti quotidiani, da soli o talvolta associati all'azione di stressors acuti ed improvvisi (life events) comportanti una perdita (licenziamento, separazioni, lutti, o altro di simile) possono scatenare una malattia mentale con grave alterazione del tono dell'umore o con comparsa di allucinazioni (percepire cose che altri non vedono o non sentono) e deliri (false convinzioni o credenze personali fermamente sostenute e non condivise dalla maggior parte delle persone). Il meccanismo in base al quale si può scatenare una malattia mentale fa riferimento al modello cognitivo - comportamentale che comporta l'interazione tra gli eventi stressanti, la vulnerabilitá personale e ridotte abilitá sociali. La vulnerabilitá personale, come concetto psicobiologico, è una predisposizione in parte ereditaria, geneticamente trasmessa, ed in parte acquisita in seguito a traumi della nascita, malattie infettive o virali, presenza di compromissioni neurologiche o neuropsicologiche, traumi cranici encefalici, privazioni fisiche o interpersonali. Probabilmente essa si associa ad alterazioni metaboliche di alcuni neurotrasmettitori (sostanze chimiche cerebrali autoprodotte) come la dopamina per le schizofrenie, gli ormoni tiroidei, la serotonina e la noradrenalina per i disturbi dell'umore. Inoltre la vulnerabilitá biopsichica è riferibile a caratteristiche osservabili quali la instabilitá emotiva intesa come alta reattivitá allo stress, la facile comparsa di senso di frustrazione, l'eccessiva eccitabilitá o "ipersensibilitá" con tendenza ad avvertire facilmente minacce alla propria autostima e conseguentemente a sviluppare assunti disfunzionali sul sé ("sono un fallito") e a compensare gli insuccessi con ripetute fantasie di successo.
Secondo il modello "stress/vulnerabilitá/abilitá sociali", determinati stressors, per lo più familiari (stress familiare), possono causare un disturbo mentale quando la persona possiede una alta vulnerabilitá psicobiologica e contemporaneamente è dotata di un basso repertorio di competenze sociali per risolvere le situazioni problematiche. Si ritiene inoltre che ogni individuo abbia una sua soglia di vulnerabilitá agli stressors. Quando questi la oltrepassano e la persona non li affronta con un comportamento socialmente abile allora si rischia l'insorgenza della malattia mentale.
Altre conseguenze di un mancato o deficitario fronteggiamento abile dell'evento stressante le riscontriamo in una nutrita schiera di malattie infettive come diretta conseguenza della depressione della risposta immunitaria e patologie cronico degenerative, tanto per citare quelle maggiormente evidenti. Il sistema immunitario di cui circa il 45% si trova nell'intestino, dipende infatti dal sistema nervoso centrale, che influisce sia sulla temperatura sia sul flusso sanguigno, e dal sistema ormonale. Si riscontra dunque una interazione tra il cervello e l'intestino (secondo la tradizione popolare considerato il nostro secondo cervello, il "cervello viscerale") entrambi influenzati dagli eventi stressanti ed entrambi producenti quelle sostanze biochimiche (noradrenalina, acetilcolina, dopamina e serotonina) che influenzano sia gli stati d'animo sia il funzionamento intestinale.
Per cui se l'evento stressante interessa sia il cervello sia l'intestino, esso va affrontato in maniera integrata considerando le funzioni di entrambi gli organi e le loro interferenze per evitare la probabilitá di malattie causate da un sistema immunitario depresso.
Infine a lungo andare eventi stressanti continuativi senza una adeguata risposta di fronteggiamento abile accelerano il processo di invecchiamento con evidente usura fisica e psicologica in quanto inducono la formazione di aciditá nel corpo (acidosi tissutale): i nutrienti vengono bruciati in fretta producendo un accumulo di residui o rifiuti acidi che il nostro corpo non è in grado di eliminare. Tale situazione favorisce la depressione del tono dell'umore. Quanti però, pur incalzati da eventi stressanti, coltivano l'illusione dell'invulnerabilitá pensando che i disturbi non capiteranno a sé, ma agli altri?
Le aree di norma interessate sono quella dermatologica dove riscontriamo le più comuni affezioni della pelle, dalla più diffusa dermatite seborroica, all'antiestetico herpes, alle verruche, al fastidioso prurito psicogeno, solitamente anale e vulvare, a certe forme di orticaria, all'iperidrosi funzionale, fino alla tanto detestata psoriasi; l'area cardiorespiratoria dove le sintomatologie più diffuse sono l'ipertensione essenziale, l'angina pectoris, l'iperventilazione e l'asma. Altro apparato coinvolto è quello gastrointestinale le cui sindromi più riscontrate sono il colon irritabile, la dispepsia (cattiva digestione) funzionale, la diarrea, la stipsi, il meteorismo, gastriti senza causa organica ed "ulcere da stress"(gastriche, duodenali ed esofagee) dovute all'aumento della secrezione acida e diminuzione di motilitá e della produzione di muco gastroprotettivo per eccessiva attivazione dell'asse ipofisi - surrene. Inoltre vi può essere l'interessamento dell'apparato genitourinario i cui disturbi somatico funzionali riguardano in particolare il dolore pelvico, l'esacerbazione dei disturbi mestruali e, sessualmente, vari casi di disfunzione erettile (giá impotenza funzionale), disorgasmia (difficoltá a raggiungere l'orgasmo) e basso desiderio sessuale. Altri disturbi funzionali sono gli acufeni (ronzii o sibili auricolari originati da elevato livello d'ansia) alcune forme di cefalea, la "fibromialgìa da stress" e alcuni disturbi del sonno. Infine il più tristemente noto tra i disturbi cardiovascolari conseguenti a distress è l'infarto.
In psicopatologia si diagnostica un "disturbo acuto da stress" quando la persona sia stata esposta ad un fattore stressante estremo come ad esempio eventi minaccianti l'integritá fisica personale, o di altre persone con cui si è in stretta relazione, tipo morte, lesioni o altro danno e l'abbia vissuto imponentemente. Esempi di tali fattori possono essere, tanto per citarne qualcuno, i disastri naturali, gravi incidenti automobilistici, l'esperienza carceraria, una rapina, un rapimento, violenza sessuale, morte e malattia grave. I sintomi presenti durante l'evento durano almeno due giorni e permangono al massimo per un mese dall'esposizione all'evento traumatico. Inoltre l'evento viene persistemente rivissuto e vengono evitati stimoli associati al trauma. Se i sintomi durano più di un mese allora può essere presa in considerazione la diagnosi di "disturbo post traumatico da stress". Nel caso invece in cui l'episodio stressante non sia stato particolarmente grave oppure nel caso in cui pur essendo stato minaccioso per la vita i sintomi non sono particolarmente gravi e durano al massimo sei mesi dall'evento si diagnostica un "disturbo dell'adattamento".
Inoltre eventi stressanti quotidiani, da soli o talvolta associati all'azione di stressors acuti ed improvvisi (life events) comportanti una perdita (licenziamento, separazioni, lutti, o altro di simile) possono scatenare una malattia mentale con grave alterazione del tono dell'umore o con comparsa di allucinazioni (percepire cose che altri non vedono o non sentono) e deliri (false convinzioni o credenze personali fermamente sostenute e non condivise dalla maggior parte delle persone). Il meccanismo in base al quale si può scatenare una malattia mentale fa riferimento al modello cognitivo - comportamentale che comporta l'interazione tra gli eventi stressanti, la vulnerabilitá personale e ridotte abilitá sociali. La vulnerabilitá personale, come concetto psicobiologico, è una predisposizione in parte ereditaria, geneticamente trasmessa, ed in parte acquisita in seguito a traumi della nascita, malattie infettive o virali, presenza di compromissioni neurologiche o neuropsicologiche, traumi cranici encefalici, privazioni fisiche o interpersonali. Probabilmente essa si associa ad alterazioni metaboliche di alcuni neurotrasmettitori (sostanze chimiche cerebrali autoprodotte) come la dopamina per le schizofrenie, gli ormoni tiroidei, la serotonina e la noradrenalina per i disturbi dell'umore. Inoltre la vulnerabilitá biopsichica è riferibile a caratteristiche osservabili quali la instabilitá emotiva intesa come alta reattivitá allo stress, la facile comparsa di senso di frustrazione, l'eccessiva eccitabilitá o "ipersensibilitá" con tendenza ad avvertire facilmente minacce alla propria autostima e conseguentemente a sviluppare assunti disfunzionali sul sé ("sono un fallito") e a compensare gli insuccessi con ripetute fantasie di successo.
Secondo il modello "stress/vulnerabilitá/abilitá sociali", determinati stressors, per lo più familiari (stress familiare), possono causare un disturbo mentale quando la persona possiede una alta vulnerabilitá psicobiologica e contemporaneamente è dotata di un basso repertorio di competenze sociali per risolvere le situazioni problematiche. Si ritiene inoltre che ogni individuo abbia una sua soglia di vulnerabilitá agli stressors. Quando questi la oltrepassano e la persona non li affronta con un comportamento socialmente abile allora si rischia l'insorgenza della malattia mentale.
Altre conseguenze di un mancato o deficitario fronteggiamento abile dell'evento stressante le riscontriamo in una nutrita schiera di malattie infettive come diretta conseguenza della depressione della risposta immunitaria e patologie cronico degenerative, tanto per citare quelle maggiormente evidenti. Il sistema immunitario di cui circa il 45% si trova nell'intestino, dipende infatti dal sistema nervoso centrale, che influisce sia sulla temperatura sia sul flusso sanguigno, e dal sistema ormonale. Si riscontra dunque una interazione tra il cervello e l'intestino (secondo la tradizione popolare considerato il nostro secondo cervello, il "cervello viscerale") entrambi influenzati dagli eventi stressanti ed entrambi producenti quelle sostanze biochimiche (noradrenalina, acetilcolina, dopamina e serotonina) che influenzano sia gli stati d'animo sia il funzionamento intestinale.
Per cui se l'evento stressante interessa sia il cervello sia l'intestino, esso va affrontato in maniera integrata considerando le funzioni di entrambi gli organi e le loro interferenze per evitare la probabilitá di malattie causate da un sistema immunitario depresso.
Infine a lungo andare eventi stressanti continuativi senza una adeguata risposta di fronteggiamento abile accelerano il processo di invecchiamento con evidente usura fisica e psicologica in quanto inducono la formazione di aciditá nel corpo (acidosi tissutale): i nutrienti vengono bruciati in fretta producendo un accumulo di residui o rifiuti acidi che il nostro corpo non è in grado di eliminare. Tale situazione favorisce la depressione del tono dell'umore. Quanti però, pur incalzati da eventi stressanti, coltivano l'illusione dell'invulnerabilitá pensando che i disturbi non capiteranno a sé, ma agli altri?
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