I danni che può causare
La forma di Escherichia coli che sta provocando vittime nel nord della Germania (individui che avevano mangiato verdure infette) non è così diffusa: poco in Europa, per niente in Italia. Produce una potente tossina che si sviluppa nell’intestino e da lì, tramite la mucosa intestinale, passa nel sangue e colpisce il rene, provocando una complicanza molto seria: la sindrome emolitico uremica. La conseguenza peggiore è l´insufficienza renale acuta che rende necessaria la dialisi.
Come si contrae l’infezione
Il batterio Escherichia coli si prende bevendo acqua o mangiando alimenti contaminati. Si tratta soprattutto della carne e del latte dei bovini: questi animali, portatori sani, disperdono il batterio nell’ambiente in cui vivono tramite le feci. Conseguenza: prati e acqua vengono infettati così come, di conseguenza, anche i vegetali.
I sintomi dell’infezione da Escherichia coli
Il primo segnale importante che un’infezione da Escherichia coli è in atto, è la diarrea, che entro brevissimo presenta tracce di sangue. A differenza delle coliti batteriche classiche, non dà febbre, ma ci sono comunque forti dolori addominali. L’unica soluzione è rivolgersi prima possibile a un medico.
Come si cura
Non esiste una terapia specifica: gli antibiotici usati per le normali gastroenteriti non servono, anzi in alcuni casi possono perfino peggiorare le cose. Si ricorre in genere a terapie di sostegno per reidratare l’organismo debilitato dalla perdita dei liquidi causata dalla diarrea e limitare il danno renale tramite dialisi.
Le regole per la prevenzione
L’unica arma di prevenzione è la massima igiene quotidiana, la stessa che si usa per difendersi da tutte le infezioni alimentari. In particolare:
- Evitare di bere il latte non pastorizzato.
- Non mangiare carne troppo al sangue o comunque poco cotta.
- Lavare con molta cura frutta e verdura.
- Acquistare, per quanto possibile, prodotti "a chilometri zero", direttamente dai produttori agricoli: non dovendo percorrere lunghe distanze o subire intermediazioni, sono meno a rischio di contaminazioni.
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