giovedì 19 maggio 2011

Stress: quali disturbi causa?

Quali possono essere gli effetti dello stress sulla nostra salute? A questa domanda il lettore troverá la risposta che si propone di presentare i disturbi più comuni derivati da una reazione fisiologica eccessiva e/o prolungata nel tempo causata da un evento stressante.

Ogni qual volta una persona o non sa come affrontare o affronta con scarso successo uno o più eventi stressanti manifesta una coorte di sintomi fisiologici, come ad esempio sudorazione, respiro corto o irregolare, palpitazioni, tensioni muscolari, tensioni, mal di testa, disturbi gastrointestinali, caratterizzati da uno spiacevole stato di tensione protratto nel tempo, a volte fluttuante, che fa generalmente riferimento al concetto di ansia.

stress-disturbi

Quasi tutte le psicopatologie considerano l'ansia come una loro caratteristica, trasversalmente presente, ma tra la categoria diagnostica denominata "disturbi d'ansia" si riscontrano, quali effetti di eventi stressogeni, il "disturbo di attacchi di panico" l'ansia sociale, le "fobie", quali condotte evitanti verso oggetti o situazion, "l'ansia generalizzata" (eccessive preoccupazioni per una pluralitá di eventi ed attivitá e conseguente difficoltá di controllare la preoccupazione, percezione di agitazione, irritabilitá, irrequietezza, difficoltá di concentrazione, stanchezza) ed il "disturbo ossessivo compulsivo" (idee ricorrenti e persistenti, sotto forma di pensieri ed immagini, percepite come intrusive ed incontrollabili - ossessioni - che causano ansia o disagio marcati; esse si connettono funzionalmente ad azioni ripetitive di tipo ritualistico o di controllo, eseguite sotto l'influsso di un impulso irresistibile nel tentativo di attenuare i sintomi d'ansia prodotti dalle ossessioni e dalle compulsioni).

La persona sofferente di una sintomatologia che da acuta si cronicizza cerca di porre in essere una serie di comportamenti atti a disattivare l'ansia cronica quali la fuga o l'evitamento degli eventi temuti, lo sviluppo di aggressivitá (di autodifesa, predatoria o sessuale) direttamente verso le persone o scaricata sulle cose, l'assunzione di sostanze tossiche apparentemente innocue come psicofarmaci, alcol, nicotina, caffeina oppure anche l'utilizzo strumentale della sintomatologia da distress per ottenere vantaggi altrimenti difficilmente ottenibili. Tali comportamenti, comunque disadattivi, se immediatamente possono anche essere utili nell'affrontamento di una situazione complessa, ripetuti nel tempo possono risultare fallimentari dando origine a numerose patologie del comportamento come i tics, i rituali, i pensieri e le immagini intrusive, le fobie, vari disturbi di personalitá, disturbi del controllo degli impulsi, come ad esempio il gioco d'azzardo patologico, la tricotillomania (strappamento ricorrente di capelli o peli) o il sesso irresponsabile oppure anche un maladattivo utilizzo di internet, l'abuso e la dipendenza da sostanze ed i "disturbi dell'alimentazione".

Altro e più immediato esito nocivo è la formazione di disturbi così detti psicosomatici per l'attivazione costante di tessuti, organi e apparati a logoramento chimico e meccanico.
Tali disturbi vengono, con maggior precisione scientifica, chiamati dai clinici "somatoformi", una classificazione dove sono presenti sintomi che fanno pensare ad una condizione medica generale, ma invece non paiono giustificati da una accertata causa organica. Questa particolare sintomatologia non organica, ma funzionale, colpisce solitamente l'apparato più vulnerabile della persona che subendo distress viene logorato per durata, intensitá e frequenza.

Le aree di norma interessate sono quella dermatologica dove riscontriamo le più comuni affezioni della pelle, dalla più diffusa dermatite seborroica, all'antiestetico herpes, alle verruche, al fastidioso prurito psicogeno, solitamente anale e vulvare, a certe forme di orticaria, all'iperidrosi funzionale, fino alla tanto detestata psoriasi; l'area cardiorespiratoria dove le sintomatologie più diffuse sono l'ipertensione essenziale, l'angina pectoris, l'iperventilazione e l'asma. Altro apparato coinvolto è quello gastrointestinale le cui sindromi più riscontrate sono il colon irritabile, la dispepsia (cattiva digestione) funzionale, la diarrea, la stipsi, il meteorismo, gastriti senza causa organica ed "ulcere da stress"(gastriche, duodenali ed esofagee) dovute all'aumento della secrezione acida e diminuzione di motilitá e della produzione di muco gastroprotettivo per eccessiva attivazione dell'asse ipofisi - surrene. Inoltre vi può essere l'interessamento dell'apparato genitourinario i cui disturbi somatico funzionali riguardano in particolare il dolore pelvico, l'esacerbazione dei disturbi mestruali e, sessualmente, vari casi di disfunzione erettile (giá impotenza funzionale), disorgasmia (difficoltá a raggiungere l'orgasmo) e basso desiderio sessuale. Altri disturbi funzionali sono gli acufeni (ronzii o sibili auricolari originati da elevato livello d'ansia) alcune forme di cefalea, la "fibromialgìa da stress" e alcuni disturbi del sonno. Infine il più tristemente noto tra i disturbi cardiovascolari conseguenti a distress è l'infarto.

In psicopatologia si diagnostica un "disturbo acuto da stress" quando la persona sia stata esposta ad un fattore stressante estremo come ad esempio eventi minaccianti l'integritá fisica personale, o di altre persone con cui si è in stretta relazione, tipo morte, lesioni o altro danno e l'abbia vissuto imponentemente. Esempi di tali fattori possono essere, tanto per citarne qualcuno, i disastri naturali, gravi incidenti automobilistici, l'esperienza carceraria, una rapina, un rapimento, violenza sessuale, morte e malattia grave. I sintomi presenti durante l'evento durano almeno due giorni e permangono al massimo per un mese dall'esposizione all'evento traumatico. Inoltre l'evento viene persistemente rivissuto e vengono evitati stimoli associati al trauma. Se i sintomi durano più di un mese allora può essere presa in considerazione la diagnosi di "disturbo post traumatico da stress". Nel caso invece in cui l'episodio stressante non sia stato particolarmente grave oppure nel caso in cui pur essendo stato minaccioso per la vita i sintomi non sono particolarmente gravi e durano al massimo sei mesi dall'evento si diagnostica un "disturbo dell'adattamento".

Inoltre eventi stressanti quotidiani, da soli o talvolta associati all'azione di stressors acuti ed improvvisi (life events) comportanti una perdita (licenziamento, separazioni, lutti, o altro di simile) possono scatenare una malattia mentale con grave alterazione del tono dell'umore o con comparsa di allucinazioni (percepire cose che altri non vedono o non sentono) e deliri (false convinzioni o credenze personali fermamente sostenute e non condivise dalla maggior parte delle persone). Il meccanismo in base al quale si può scatenare una malattia mentale fa riferimento al modello cognitivo - comportamentale che comporta l'interazione tra gli eventi stressanti, la vulnerabilitá personale e ridotte abilitá sociali. La vulnerabilitá personale, come concetto psicobiologico, è una predisposizione in parte ereditaria, geneticamente trasmessa, ed in parte acquisita in seguito a traumi della nascita, malattie infettive o virali, presenza di compromissioni neurologiche o neuropsicologiche, traumi cranici encefalici, privazioni fisiche o interpersonali. Probabilmente essa si associa ad alterazioni metaboliche di alcuni neurotrasmettitori (sostanze chimiche cerebrali autoprodotte) come la dopamina per le schizofrenie, gli ormoni tiroidei, la serotonina e la noradrenalina per i disturbi dell'umore. Inoltre la vulnerabilitá biopsichica è riferibile a caratteristiche osservabili quali la instabilitá emotiva intesa come alta reattivitá allo stress, la facile comparsa di senso di frustrazione, l'eccessiva eccitabilitá o "ipersensibilitá" con tendenza ad avvertire facilmente minacce alla propria autostima e conseguentemente a sviluppare assunti disfunzionali sul sé ("sono un fallito") e a compensare gli insuccessi con ripetute fantasie di successo.

Secondo il modello "stress/vulnerabilitá/abilitá sociali", determinati stressors, per lo più familiari (stress familiare), possono causare un disturbo mentale quando la persona possiede una alta vulnerabilitá psicobiologica e contemporaneamente è dotata di un basso repertorio di competenze sociali per risolvere le situazioni problematiche. Si ritiene inoltre che ogni individuo abbia una sua soglia di vulnerabilitá agli stressors. Quando questi la oltrepassano e la persona non li affronta con un comportamento socialmente abile allora si rischia l'insorgenza della malattia mentale.

Altre conseguenze di un mancato o deficitario fronteggiamento abile dell'evento stressante le riscontriamo in una nutrita schiera di malattie infettive come diretta conseguenza della depressione della risposta immunitaria e patologie cronico degenerative, tanto per citare quelle maggiormente evidenti. Il sistema immunitario di cui circa il 45% si trova nell'intestino, dipende infatti dal sistema nervoso centrale, che influisce sia sulla temperatura sia sul flusso sanguigno, e dal sistema ormonale. Si riscontra dunque una interazione tra il cervello e l'intestino (secondo la tradizione popolare considerato il nostro secondo cervello, il "cervello viscerale") entrambi influenzati dagli eventi stressanti ed entrambi producenti quelle sostanze biochimiche (noradrenalina, acetilcolina, dopamina e serotonina) che influenzano sia gli stati d'animo sia il funzionamento intestinale.

Per cui se l'evento stressante interessa sia il cervello sia l'intestino, esso va affrontato in maniera integrata considerando le funzioni di entrambi gli organi e le loro interferenze per evitare la probabilitá di malattie causate da un sistema immunitario depresso.

Infine a lungo andare eventi stressanti continuativi senza una adeguata risposta di fronteggiamento abile accelerano il processo di invecchiamento con evidente usura fisica e psicologica in quanto inducono la formazione di aciditá nel corpo (acidosi tissutale): i nutrienti vengono bruciati in fretta producendo un accumulo di residui o rifiuti acidi che il nostro corpo non è in grado di eliminare. Tale situazione favorisce la depressione del tono dell'umore. Quanti però, pur incalzati da eventi stressanti, coltivano l'illusione dell'invulnerabilitá pensando che i disturbi non capiteranno a sé, ma agli altri?

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog

Post più popolari