Dalla ricerca americana emerge che l'esposizione alla sostanza può compromettere la riuscita della fecondazione in vitro (IVF). Se i livelli ematici del BPA raddoppiano, spiegano gli studiosi, la percentuale di uova fecondate in vitro diminuisce del 50%. I livelli di BPA e dei tassi di fertilizzazione sono stati analizzati in 26 donne sottoposte a fecondazione in vitro tra il 2007 e il 2008 nel Centro dell'UCSF per la salute riproduttiva.
Le donne erano un sottogruppo di un più ampio studio volto a valutare l'effetto sulla salute riproduttiva dell'esposizione a metalli tossici come mercurio, cadmio e piombo. "Anche se i dati sono preliminari indicano l'effetto negativo del BPA sulla salute riproduttiva - spiega Victor Fujimoto, autore principale dello studio - e porta l'attenzione sul destinare maggiori finanziamenti per indagare ulteriormente perché tali contaminanti ambientali perturbino il potenziale di fertilità".
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